Questo blog di formazione cattolica da oggi inizia ad ospitare una nuova rubrica, dedicata alla Storia della Filosofia, che si intitola Quid est Veritas? riprendendo (volutamente) la domanda che Ponzio Pilato rivolse a Gesù durante l’interrogatorio prima della condanna a morte. Ovviamente il nome della rubrica è emblematico del nostro porci dinanzi alla questione cardine della filosofia, vale a dire la ricerca della Verità che si è declinata in ulteriori domande e che tutt’oggi, a fronte di una presunta morte della filosofia, non cessa invece di interpellare l’uomo. Allo stesso modo, se si parla di verità si parla anche di una utilità (nel senso di “essere di aiuto”) della filosofia per la vita dell’uomo. Seguire un sistema filosofico rispetto ad un altro, pertanto, non è una cosa di poco conto ma, anzi, determina un diverso atteggiamento rispetto sia alla considerazione si sé stessi sia rispetto a tutto ciò che ci circonda.
Che cos’è la filosofia? Ritengo che un’ottima risposta possa essere la seguente: la filosofia è la disciplina che cerca di rispondere alle 5 domande profonde dell’uomo: 1) Chi siamo; 2) Da dove veniamo; 3) Dove andiamo; 4) Come siamo; 5) Perché siamo.
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Come è facile capire, non mi piace la definizione che va tanto di moda nei manuali scolastici che corrisponde alla traduzione letterale dell’etimologia del termine, vale a dire l’amore per il sapere. Una definizione del genere, infatti, non mi soddisfa per nulla in quanto non risponde al perché è necessaria una filosofia per essere amante del sapere. Mi spiego meglio: uno studente in medicina ama ciò che studia? Vale a dire,ama il sapere della scienza medica? Certamente, ma egli non è un filosofo. Uno storico dei Normanni ama lo studio della scrittura beneventana? Ovviamente, altrimenti farebbe meglio a cambiare mestiere ma non è un filosofo, benché ami il sapere della scienza paleografica. Capite bene da questi due esempi che ognuno di noi ama ciò che reputa giusto e buono (e che, pertanto, conosce) ma non tutti siamo filosofi. Anche la stessa Storia della Filosofia, a ben vedere, non da ragione a questo tipo di risposta dal momento che i primi filosofi, anziché bearsi della propria conoscenza, si misero invece a cercare in ogni modo possibile, con la sola forza della ragione, il perché e l’origine delle cose, ed una volta individuato non lo tennero segreto per se ma cercarono in tutti i modi (con i propri scritti, con orazioni/lezioni pubbliche, con la fondazione di scuole, etc) di trasmetterlo a quante più persone. La definizione l’amore per il sapere ha in sé, secondo il mio parere, anche un altro difetto in quanto parte dal presupposto che il filosofo sia una persona estranea alle cose del mondo e che se ne vada alla ricerca di saperi o arcani o troppo elevati: se così fosse ci troveremmo dinanzi ad unognosticismo (che potrà essere o razionalista o esoterico) piuttosto che ad una sana filosofia.
📷Ha senso parlare di filosofia oggigiorno, in un’epoca (non per nulla definita post-moderna) in cui il pensiero dominante consiste nella negazione di qualsiasi verità? Sembrerebbe di no in quanto, anche nel mondo universitario, ci sono facoltà universitarie di filosofia che organizzano dei convegni su “l’inutilità della filosofia” oppure professori che gridano “la morte della filosofia” ai loro stessi allievi: ma vi assicuro che non è così in quanto la filosofia non è morta né potrà mai morire. Semmai sta scomparendo una corretta filosofia, non la materia stessa. Finché vivrà anche solo un uomo, la filosofia ci sarà in quanto egli, e nessun altro essere potrà farlo, agirà e ragionerà secondo un proprio modo di pensare. La posizione dei “filosofi” che negano valore alla filosofia è contraddittoria in se stessa in quanto essi per primi negano validità alla loro filosofia! E, allo stesso modo, anche chi nega che la filosofia sia morta, sta facendo un ragionamento filosofico. E come possiamo dire con certezza che si tratta di un ragionamento filosofico? Perché risponde sempre, per l’appunto, a tutte (o solamente ad una) le 5 domande di cui parlavo sopra: se, infatti, io sono (domanda) posso filosofare (è inconsapevole in questo la domanda: come sono?). Ma se sto filosofando sull’inutilità della filosofia, io sto dando un valore negativo o al passato (da dove vengo?) o al futuro (dove vado?). E se sto filosofando sul perché della filosofia, mi sto ponendo l’ultima domanda poiché la domanda di senso riguarda sia me stesso che la filosofia stessa.
La filosofia infatti accompagna da sempre l’uomo anche se l’abbiamo vista apparire in Grecia in un preciso periodo storico (ne parleremo meglio la prossima settimana) quando, cioè, ha iniziato ad affrancarsi dalla religione pagana e dal mito per poter astrarre ed indagare l’origine ed ilfondamento di tutte le cose. Ogni uomo che in una notte stellata, vedendo il cielo sopra di sé, si interroga su se stesso (e, quindi, anche sullo stesso cielo stellato) sta filosofando perché compie un’astrazione e si eleva sopra tutti gli altri esseri che lo circondano.
Si capisce pertanto quanto sia importante capire bene sia la Filosofia che la Storia della Filosofia: questo blog cercherà di occuparsi principalmente di quest’ultima disciplina perché è la materia con cui hanno a che fare tutti gli studenti liceali ma anche tutti quegli appassionati che leggono le opere principali di un singolo Autore. Ovviamente faremo riferimento anche a singole tematiche filosofiche e cercheremo anche di dare definizioni delle problematiche di cui tratteremo, come anche dei principi che devono guidare la giusta speculazione filosofica.
📷Chi sbaglia filosofia finirà col pensare in maniera sbagliata e, quindi, finirà anche con l’agire in maniera scorretta. Dalla comprensione dei principi fondamentali deriva tutto il resto, e questo accade in ogni sistema filosofico: San Tommaso d’Aquino, riprendendo Aristotele e il pensiero classico, ci ha insegnato che l’agire segue l’essere e che, quindi, ognuno di noi (volente o nolente) agisce secondo un proprio modo di intendere sé stesso e il mondo che lo circonda. Questo principio è facilmente dimostrabile grazie all’esperienza: un tifoso romanista difficilmente vedrà una partita della Lazio per il semplice gusto di vedere una partita di calcio. Questo tifoso agisce in questo modo perché è già romanista, non il contrario.
Noi crediamo che ci sia stato un periodo, coincidente con San Tommaso d’Aquino e la (sana) Scolastica, in cui la ricerca della Verità ha raggiunto il suo apice: a partire dal razionalismo cartesiano, invece, siamo in un continuo vacillare dinanzi a qualsiasi verità ed oggi, alle soglie degli anni ‘20 del XXI secolo, ci troviamo dinanzi ad un mondo che tuttavia deve essere scosso dal suo torpore relativistico (ogni verità è vera = la verità diventa debole) e da un atteggiamento utilitaristico nichilista (non esiste alcuna verità = l’unico metro di valore è dato dall’utilità) cui però abbiamo l’obbligo di gridare che «conoscerete la Verità e la Verità rende liberi».
Francesco Del Giudice
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